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| Il potenziale di preservazione (Fig.35). Hertweck (72) non trovò burrowing in ambienti particolarmente turbolenti; il continuo rimaneggiamento fisico degli strati superiori del sedimento distrugge infatti le strutture biogeniche così in fretta di quanto si producono. Pertanto in contesti ad alta energia solo i "tiers" (livelli bioturbati) più profondi hanno un buon potenziale di preservazione. Qui è il caso di un "casting" (riempimento) ad opera di una tempestite sabbiosa, che può erodere e riempire solo il "tier" più superficiale (Rizhocorallium a sinistra) o arrivare con l'erosione e il riempimento a quello più profondo (Thalassinoides a destra) di parecchi cm nel "transitional layer" posto sotto il "mixed layer" (ossia lo strato biologicamente attivo). Mod. da Bromley, 96, da Wetzel & Aigner, 86. |
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| Preservazione di gallerie di bioturbazione a vari livelli sviluppati verticalmente (tiering) (Fig.36): l'improvviso seppellimento di sabbia sul fondo può riempire i burrows scavati anche a profondità > 10 cm nello strato "storico" ("historical layer" della letteratura). Pertanto la preservazione di burrows a vari livelli nel substrato, superficiali o profondi (2), permette di calcolare con accuratezza l'entità di erosioni, omissioni e microlacune di sedimento nel registro stratigrafico (vedi sopra il modello di Wetzel & Aigner, 86 dove si vedono cavità di Rhizocorallium o di Thalassinoides riempite da sabbia e strutture in semirilievo). Se la tempestite deposta è abbastanza spessa si sviluppano complessi tiers "post-deposizionali" che si sovrappongono ai vecchi tiers (pre-tempestitici) precedenti l'evento o "pre-deposizionali" (Caracuel et al.96). |
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| Preservazione di strutture delicate (Fig.37): l'improvviso seppellimento di sabbia fine torbiditica sul fondo può riempire i piccoli burrows aperti entro il "mixed layer" e preservare anche le tracce più delicate della vecchia superficie. Pertanto le superfici inferiori delle torbiditi possono mostrare strutture positive in semirilievo, come i graphogliptidi ornati (Helminthoida, Paleodictyon...), assai comuni nelle successioni di flysch appenninici, e spesso visibili al top del "mixed layer" nei carotaggi. Se la torbidite deposta è abbastanza spessa si sviluppano complessi tiers "post-deposizionali" che si sovrappongono ai vecchi tiers (pre-torbiditici) precedenti l'evento o "pre-deposizionali". In base all'analisi di quale "suite" deposizionale si tratta si riesce a determinare la profondità relativa delle ichnocomunità nel substrato. I grafogliptidi (Fig.38): |
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| Il potenziale di preservazione in caso di un evento improvviso (Fig.39): il potenziale di preservazione delle tracce fossili è elevato in caso di sedimentazione improvvisa quale una tempestite. La comunità bioturbante pre-deposizionale del substrato fangoso (in grigio), viene sommersa da uno strato sabbioso a stratificazione incrociata hummocky; poco dopo la fine dell'evento si imposta una comunità bioturbante con molte tracce verticali (Skolithos..). Infine ritornate le condizioni "normali" di sedimentazione fangosa, si re-imposta l'antica infauna che predilige substrato fangoso e condizioni calme. 1. Chondrites; 2.Cochlichnus; 3.Diplocraterion; 4.Gyrochorte; 5.Taenidium; 6.Ophiomorpha; 7.Paleophycus; 8.Phoebichnus; 9.Planolites; 10.Rhizocorallium; 11.Skolithos; 12.Thalassinoides; 13.Zoophycos (Skolithos-Cruziana ichnofacies, mod. da Pemberton & Frey,84). La preservazione selettiva: le tracce fossili elitarie. Alcune specie mobili, come certi urchinidi, si intrudono in profondità nel substrato ed obliterano con il loro passaggio le strutture dei tiers poco profondi e divengono a loro volta le tracce dominanti nella preservazione dando un particolare fabric alla roccia. Queste strutture sono chiamate "elitarie", esempio Thalassinoides suevicus nei chalk europei. Queste ichnostrutture si conservano bene per la natura continua degli originari tunnels che fungono da condotti permeabili nel sedimento ai fluidi silicizzanti (silice nera, nei chalk), permettendo la preservazione e l'osservazione di queste strutture anche da grande distanza (fino a 300 m secondo Bromley, 96). Sopra un esempio dalla Corniola dell'Appennino Umbro. |
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| Azione fisica o biologica? (Fig.40): Spesso si possono confondere tracce lasciate da attività biologica con strutture dovute a trasporto o a trascinamento; nella foto a sinistra il caso di numerosi rostri di belemnite disposti con polarità diversa a causa delle correnti forse di tempesta che li hanno ridistribuiti sul fondo (museo Dotthernausen, Germania); la traccia in rilievo visibile è una traccia fossile? oppure è un cast dovuto a trascinamento (magari di un rostro ora sepolto)? Quando si ritrovano assieme resti fossili differenti occorre una certa cautela nell'interpretazione, specie se il potenziale di conservazione è elevato nel caso dei resti scheletrici, ma non nel caso delle tracce associate.(Foto dell'autore 1992, si ringrazia anche l'Univ. di Tübingen). |
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| Tracce fossili e strutture sedimentarie (Fig.41): il poter ritrovare strutture sedimentarie indicatrici di ambiente e batimetria è un fatto fondamentale: questo è il caso di una superficie di calcarenite esposta nel museo di Dotthernausen (Germania) mostrante tracce di Gyrochorte (tracce doppie con un canale mediano) in rilievo che tendono ad intersecare diagonalmente alcune creste doppie di ripples da onda troncati da flussi di marea. A sinistra l'ambiente paludoso, solcato da canali di marea con ripples, come si pensa doveva essere nel Dogger germanico. Museo di Dotthernausen, Germania.(Foto dell'autore, 1993). | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
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| Page ©1999 Paolo Monaco. All photos and diagrams on this page are copyrighted. ©1998-1999 laboratory of Perugia University Permission to use these photos must be obtained from the page author at the e-mail address above. |
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